Il 18 Gennaio 2024 dalle ore 09:00 alle ore 13:00, l’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia in collaborazione la Questura di Roma ha organizzato presso la Sala Conferenze dell’A.I.P.C. il terzo incontro del III ciclo di aggiornamento professionale sulla violenza con tredici esperti del “Codice Rosso” della Questura di Roma.
I partecipanti – provenienti da differenti commissariati di Roma e Provincia di Roma – hanno riportato le esperienze che li hanno particolarmente attivati nell’ultimo mese. I vari casi di violenza, in tutte le sue forme, che gli operatori vivono quotidianamente hanno permesso al Dottor Massimo Lattanzi, psicologo psicoterapeuta e Presidente dell’A.I.P.C. di esporre una cornice teorica e tecnica ad integrazione del loro bagaglio di conoscenze.
Dalle condivisioni degli esperti della Polizia di Stato il dottor Lattanzi ha articolato alcune riflessioni. Il Dottor Lattanzi, durante la conduzione del gruppo ha introdotto una componente tecnico-teorica sulla violenza e la valutazione dell’attivazione.
In particolare ha descritto la lettura circolare della violenza nelle relazioni dell’A.I.P.C… L’aver subito, agito o assistito alla violenza può rappresentare un trauma che trasforma l’individuo alla pari dei traumi trasmessi dalla sua famiglia. L’individuo potrebbe replicare i pattern violenti di violenza agiti o subiti dai suoi ascendenti.
Il vissuto di violenza, appartenente o epigeneticamente trasmesso, potrebbe alterare le traiettorie di vita dell’individuo in ambito neurale, emotivo, corporeo, comportamentale e relazionale.
I traumi, spesso sconosciuti all’individuo, possono provenire da generazioni precedenti o possono includere situazioni stressanti vissute prima, durante la gravidanza oppure immediatamente dopo il parto. Infine, il dottor Lattanzi ricorda la cosiddetta “sindrome delle ricorrenze” che si esplica in malesseri psico-fisici ricorrenti in un periodo specifico dell’anno, che spesso corrispondono ad eventi traumatici vissuti nella propria generazione o trasmessi dalle precedenti generazioni, malesseri che l’individuo non riesce a ricondurre a una causa specifica.
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Il protocollo scientifico integrato A.SV.S. sviluppato dai professionisti dell’A.I.P.C. nel 2011 prevede una raccolta anamnestica specifica che può portare ad una immediata consapevolezza e una più veloce elaborazione rispetto ad altri trattamenti. Le conseguenze neurali, emotive e corporee del trauma possono condurre l’individuo alla necessità di abbassare il livello di coscienza e a sviluppare una dipendenza, ma anche a scegliere un partner che possa potenzialmente aver vissuto un trauma in passato e non averlo elaborato.
Il dottor Lattanzi ha poi esposto il tema delle ferite dolorose che la persona può aver vissuto e che si possono trasformare, se non elaborate, in un trauma, di seguito alcune esperienze: la separazione dei genitori, la nascita di un fratello, una dipendenza all’interno della famiglia, un lutto, una malattia o un’adozione.
Successivamente, il Dottor Lattanzi ha introdotto il concetto di “Algoritmo della violenza”, sviluppato dall’AIPC nel 2021 a partire da studi scientifici, con la visione di una breve animazione. Questo algoritmo potrebbe contribuire efficacemente a valutare il rischio del passaggio all’atto verso sé stessi o altri, in quanto elabora i dati psicodiagnostici, psicofisiologici e anamnestici.
È possibile leggere il recentissimo articolo: “Sintesi conferenza AIPC 19 gennaio 2024. Le relazioni interpersonali dalla genesi alla nemesi”, cliccando sul link:
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Una violenza può generare nell’individuo un trauma che andrà ad influire sulla sua personalità e sul suo modo di instaurare, mantenere e chiudere le relazioni. In ambito relazionale, poi, si possono verificare dei trigger, delle esperienze che fungono da grilletto e che attivano la persona riportandola al momento traumatico e proprio a partire da ciò si può generare una seconda violenza.
Successivamente, queste conoscenze teoriche sono state applicate con gli strumenti tecnici utilizzati dall’AIPC. A due volontari, infatti sono state effettuate le misurazioni psicofisiologiche attraverso lo strumento del Biofeedback, che permette di allenare il corpo all’autoregolazione affettiva.
Nel frattempo, ai volontari veniva chiesto di guardare un breve video in cui una donna, che aveva vissuto un passato doloroso, fatto di assenze importanti delle figure genitoriali e alcolismo, si ritrova ad osservare dall’esterno quella che era stata la sua famiglia, dopo la separazione, senza potervi fare parte. Anche da bambina si era ritrovata ad osservare dall’esterno la nuova famiglia di suo padre, di cui lei non faceva più parte. In questo momento doloroso si rivolge al suo partner che, però, anche lui ex-alcolista, ha avuto una ricaduta. Questo video rappresenta perfettamente i concetti di circolarità, di trasmissione intergenerazionale e di scelta di un partner “codificato”, che possa attivarsi e disattivarsi in maniera funzionale nella sua disfunzionalità.
In un secondo momento, sono stati discussi i valori di attivazione dei volontari nei parametri fisiologici misurati dal biofeedback ed essi sono stati ricondotti a momenti specifici del video che, per loro erano stati particolarmente significativi. Successivamente la Dottoressa e tirocinante presso l’AIPC Alessandra Grassi ha introdotto in maniera più specifica lo strumento del biofeedback, introducendo i casi clinici di due “coppie” di persone con differenti tipi di relazione, mostrando i profili che lo strumento ci permette di ricavare ed andando ad individuare e spiegare i picchi nelle attivazioni di questi individui.
Nell’ultima parte dell’incontro i partecipanti hanno dato un feedback su questo terzo incontro e, a partire da esso, sono riemersi numerosi spunti di riflessione e di dialogo.
È possibile trovare i riferimenti più approfonditi dei temi trattati nell’articolo sui siti: www.delittifamiliari.it www.traumaeviolenza.it www.formazionecontinuaviolenza.it www.epigeneticamente.it www.centroitalianonarcisismo.it o scrivere alla e-mail aipcitalia@gmail.com.
Lo sportello di ascolto e orientamento dell’A.I.P.C. sulla violenza è dedicato a tutte le persone senza distinzione di genere e di ruolo ricoperto (vittime, autori e familiari) e propone a richiesta e con versamento di un contributo spese, una valutazione psicodiagnostica e psicofisiologica e training individuali, di coppia, di gruppo e familiari. Per chi si occupa o intende occuparsi di violenza con strumenti scientifici l’A.I.P.C. propone, con il versamento di un contributo spese, in presenza o a distanza, una formazione specialistica e una supervisione sia individuale che di gruppo. Il numero unico A.I.P.C. è il 3924401930 attivo tutti i giorni festivi compresi dalle ore 12.00 alle ore 16.00 e l’email è aipcitalia@gmail.com
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