Sintesi workshop internazionale “Traumi relazionali e relazioni violente”

Grande successo per il workshop internazionale “Traumi relazionali e relazioni violente”.
L’evento, organizzato dall’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia il 25 novembre 2024 presso il prestigioso Spazio Europa, ha attirato oltre cinquanta partecipanti da tutto il mondo. La presenza di due relatori di fama internazionale e la possibilità di seguire i lavori in italiano e inglese hanno reso l’incontro un punto di riferimento per esperti del settore. La collaborazione con l’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo e la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia ha conferito al workshop un’importanza ancora maggiore, sottolineando l’attualità e la rilevanza del tema a livello europeo.

Per ogni relatore sarà presentata una breve biografia, evidenziando il suo percorso professionale e le sue aree di specializzazione. A seguire, una sintesi concisa dell’intervento consentirà ai partecipanti di orientarsi tra i diversi temi proposti. Per richieste di approfondimento o per qualsiasi altra informazione, l’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia è a disposizione per fornire chiarimenti e delucidazioni via mail all’indirizzo aipcitalia@gmail.com o via WhatsApp al +393924401930.

Con una penna acuta e una profonda sensibilità per le tematiche sociali, Priscilla Rucco non solo informa, ma sensibilizza. Perfezionata su temi come il Codice Rosso e la violenza contro le donne è una risorsa per approfondire queste tematiche e per riflettere sul ruolo fondamentale dei media nella costruzione di una società più equa e giusta.

Codice Rosso: numeri allarmanti e un appello all’azione

Nonostante un lieve calo rispetto all’anno precedente, il numero di femminicidi in Italia rimane inaccettabile. Circa 90 donne uccise nel 2024 sono un monito che non possiamo ignorare. Un evento formativo di grande impatto, organizzato grazie al prezioso contributo di esperti internazionali come Carole Warshaw, Wendy D’Andrea ed Elisa Monti, ha messo in luce l’urgenza di un cambiamento culturale e normativo.

I partecipanti, tra cui rappresentanti delle istituzioni, psicologi e criminologi, hanno sottolineato la necessità di una maggiore consapevolezza sociale, di leggi più efficaci e di una giustizia più rapida per le vittime di violenza di genere.

Dietro ogni numero c’è una storia di sofferenza, di paura e, troppo spesso, di morte. La violenza di genere continua a mietere vittime in Italia. Un evento formativo di grande rilevanza ha riunito esperti e attivisti per riflettere su questo dramma e individuare nuove strategie di contrasto. È fondamentale che ognuno di noi faccia la propria parte, denunciando ogni forma di violenza, sostenendo le vittime e promuovendo una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.

Un evento formativo di alto livello ha offerto l’opportunità di approfondire le ultime novità normative e gli sviluppi della ricerca scientifica in materia di violenza di genere.

Esperti di fama internazionale hanno condiviso le loro conoscenze con i partecipanti, fornendo strumenti e indicazioni operative per professionisti e operatori del settore. I dati presentati confermano l’importanza di un approccio multidisciplinare e integrato per contrastare efficacemente questo fenomeno.


Con una solida formazione in psicologia e criminologia, Massimo Lattanzi ha approfondito le sue conoscenze nel campo delle scienze forensi, diventando un esperto nella valutazione e nell’analisi dei profili psicologici degli autori di reato. La sua attività di ricerca, testimoniata da numerosi articoli scientifici e libri specialistici, lo ha portato a essere riconosciuto a livello nazionale e internazionale.

L’AIPC: un faro nella lotta alla violenza in genere

L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), fondata nel 2001, è all’avanguardia nella comprensione e nel contrasto alla violenza di genere. Grazie a un team multidisciplinare di professionisti, l’AIPC ha sviluppato un protocollo scientifico innovativo, l’ASVS, che permette di valutare in modo approfondito le dinamiche della violenza e di offrire interventi personalizzati sia alle vittime che agli autori.

Il trauma alla radice della violenza

Le ricerche condotte dall’AIPC hanno evidenziato un legame significativo tra trauma relazionale e violenza. Esperienze traumatiche durante l’infanzia, come abusi o trascuratezza, possono lasciare profonde cicatrici emotive e comportamentali, influenzando le relazioni future e aumentando il rischio di perpetrare o subire atti violenti.

Il corpo racconta la storia

Il biofeedback, uno strumento utilizzato dall’AIPC, permette di misurare le reazioni fisiologiche del corpo allo stress e alle emozioni. Questo strumento prezioso aiuta a comprendere le radici biologiche della violenza e a sviluppare interventi personalizzati per la regolazione emotiva.

Un approccio olistico

L’AIPC adotta un approccio multidisciplinare che integra la psicologia, la criminologia, la psicofisiologia e altre discipline. Questo approccio permette di offrire un quadro completo della violenza e di intervenire a livello individuale, relazionale e sociale.

La trasmissione intergenerazionale del trauma

Il trauma può essere trasmesso da una generazione all’altra, influenzando i comportamenti e le relazioni delle generazioni successive. La consapevolezza di questa dinamica è fondamentale per interrompere il ciclo della violenza.

La pet therapy: un alleato prezioso

La terapia assistita con animali si è rivelata un valido strumento per la gestione delle emozioni e la riduzione dello stress, soprattutto in persone che hanno subito traumi. L’AIPC ha avviato uno studio clinico per valutare l’efficacia della pet therapy nel trattamento della disregolazione emotiva.

Formazione e sensibilizzazione

L’AIPC è fortemente impegnata nella formazione degli operatori che lavorano nel campo della violenza. Attraverso corsi e seminari, l’associazione offre strumenti e conoscenze per affrontare in modo efficace le diverse sfaccettature della violenza.

Conclusioni

L’AIPC rappresenta un punto di riferimento per la ricerca e l’intervento nella violenza di genere. Grazie al suo approccio innovativo e multidisciplinare, l’associazione contribuisce a migliorare la comprensione delle dinamiche della violenza e a offrire soluzioni concrete per prevenire e contrastare questo grave problema sociale.


L’A.I.P.C. ti offre un supporto completo e su misura, grazie a una vasta gamma di servizi. Dalla valutazione psicologica e psicofisiologica, ai training individuali, di coppia o di gruppo, troverai il percorso più adatto alle tue esigenze. Per i professionisti, proponiamo una formazione specialistica e supervisione continua, per affinare le competenze nell’affrontare la violenza con un approccio scientifico e umano. Contattaci al 3924401930 o scrivi a aipcitalia@gmail.com per maggiori informazioni.


Tiziana Calzone è una psicologa psicoterapeuta che ricopre il ruolo di coordinatrice dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (A.I.P.C.). La sua esperienza si concentra sulla violenza in genere, ambito in cui ha sviluppato una profonda competenza. Oltre alla sua attività clinica, la Dr.ssa Calzone si distingue come autrice di numerosi articoli scientifici e libri specialistici, consolidando la sua posizione come esperta di riferimento nel settore.

La violenza: una piaga nascosta e radicata. Comprendere per prevenire

Per combattere la violenza, il primo passo fondamentale è conoscerne le radici profonde e i meccanismi che la alimentano. Spesso, la violenza non è un evento isolato, ma il risultato di dinamiche complesse e di ferite emotive non elaborate.

Le Radici del Male

Eventi traumatici come lutti, separazioni, abusi o cambiamenti significativi nella vita possono lasciare profonde cicatrici emotive. Se non affrontate in modo sano, queste ferite possono predisporre alla violenza, sia come vittima che come aggressore. Gli esseri umani trovano la violenza molto appagante.

Il Legame Perverso del Dolore

Paradossalmente, le persone possono creare legami forti basati sul dolore condiviso. Questo legame, spesso patologico, può portare a dinamiche violente e distruttive. È fondamentale comprendere che amare non significa possedere o controllare l’altro.

L’Isolamento e la Manipolazione

L’isolamento sociale e la manipolazione psicologica sono spesso strumenti utilizzati dagli aggressori per controllare le loro vittime. Il ritiro sociale e la dipendenza affettiva possono rendere le vittime particolarmente vulnerabili.

Uscire dal Silenzio

È cruciale rompere il silenzio e chiedere aiuto. Riconoscere di essere vittime di violenza e cercare supporto professionale è il primo passo verso la guarigione.

Il Ruolo dei Professionisti

I professionisti del settore, come psicologi, psicoterapeuti e assistenti sociali, sono figure fondamentali nel percorso di recupero delle vittime di violenza. Possono fornire gli strumenti necessari per elaborare il trauma, ricostruire la propria autostima e stabilire relazioni sane.


Carmen Pellino è una professionista esperta e qualificata, con un ruolo significativo nello sviluppo e nell’applicazione di protocolli innovativi per la valutazione e il trattamento della violenza. La sua competenza in psicodiagnostica e in EMDR la rendono una risorsa preziosa per l’A.I.P.C. e per i pazienti che si rivolgono all’associazione.

Profili psicologici di autori e vittime di violenza: un’analisi approfondita

Uno studio approfondito condotto dall’AIPC applicando il protocollo scientifico integrato A.S.V.S. ha permesso di identificare due profili psicologici predominanti tra gli autori di reati violenti:

  • Profilo Antisociale-Evitante-Negativista: Questi individui tendono a vedere le relazioni interpersonali come pericolose e a diffidare degli altri. Spesso giustificano la loro violenza attribuendola a traumi passati o a una visione distorta del mondo, in cui la legge è considerata arbitraria.
  • Profilo Evitante-Dipendente: Caratterizzato da bassa autostima e paura del giudizio degli altri, questo profilo è spesso associato a una forte dipendenza emotiva. Le persone con questo profilo tendono a evitare le situazioni sociali e a nascondere i propri sentimenti.

Le radici del comportamento violento

Un’analisi della relazione figlio-genitore ha rivelato che la percezione del controllo esercitato dai genitori, in particolare dai padri, è significativamente diversa tra autori, autrici e vittime. Gli autori tendono a percepire le madri come più controllanti, mentre i padri vengono percepiti come ostili e aggressivi. Le vittime, invece, percepiscono i padri come più controllanti e le madri come più rifiutanti.

Cosa significano questi risultati?

Questi dati suggeriscono che le esperienze infantili, in particolare la relazione con i genitori, possono influenzare lo sviluppo di personalità predisposte alla violenza. Un ambiente familiare caratterizzato da controllo eccessivo, ostilità o rifiuto può aumentare il rischio di sviluppare un profilo psicologico associato a comportamenti aggressivi.

Conclusioni

La comprensione dei profili psicologici degli autori e delle vittime di violenza è fondamentale per lo sviluppo di interventi di prevenzione e trattamento efficaci. Interventi psicologici mirati possono aiutare gli individui con questi profili a modificare le loro credenze disfunzionali e a sviluppare relazioni più sane.


L’A.I.P.C. ti offre un supporto completo e su misura, grazie a una vasta gamma di servizi. Dalla valutazione psicologica e psicofisiologica, ai training individuali, di coppia o di gruppo, troverai il percorso più adatto alle tue esigenze. Per i professionisti, proponiamo una formazione specialistica e supervisione continua, per affinare le competenze nell’affrontare la violenza con un approccio scientifico e umano. Contattaci al 3924401930 o scrivi a aipcitalia@gmail.com per maggiori informazioni.


Carole Warshaw, MD, è la direttrice del National Center on Domestic Violence, Trauma & Mental Health (NCDVTMH), un centro di risorse nazionale dedicato ad affrontare l’intersezione tra violenza domestica, trauma e salute mentale.

La violenza di genere: Un flagello nascosto

La violenza di genere (VG) esercita un impatto devastante sulla salute mentale delle vittime, aumentandone significativamente il rischio di sviluppare disturbi post-traumatici (PTSD), depressione e pensieri suicidari. Le persone LGBTQ+ e coloro che già soffrono di disturbi mentali sono particolarmente vulnerabili.

Coercizione e Controllo: Armi dell’Abusante

Gli abusanti utilizzano spesso tattiche coercitive per mantenere il controllo sulle loro vittime. Un’indagine nazionale ha rivelato che:

  • 86% delle vittime ha subito insulti volti a minare la loro sanità mentale.
  • 74% ha vissuto situazioni deliberate per destabilizzare il loro equilibrio psicologico.
  • 50% ha ricevuto minacce per ostacolare l’accesso a risorse essenziali come la custodia dei figli.

Inoltre, uno studio sull’uso di sostanze ha mostrato che:

  • 27% delle vittime è stato costretto a consumare droghe o alcol.
  • 60% di coloro che cercavano aiuto per l’abuso di sostanze ha subito ostacoli da parte del partner.
  • 37% è stato minacciato di denuncia per impedire l’accesso a supporti essenziali.

Conseguenze a Lungo Termine

La violenza di genere lascia profonde cicatrici psicologiche. Prima della violenza, il 70% delle persone intervistate dichiarava un buon benessere psicologico. Durante la relazione, questa percentuale scende drasticamente, e anche dopo la separazione, solo il 65% riporta un miglioramento significativo.

L’Impatto sui Figli

I figli delle vittime di VG sono a rischio di subire danni psicologici e di essere coinvolti nelle dinamiche abusive. Durante la gravidanza, il 60-68% delle donne ha visto limitato l’accesso a servizi essenziali, e il 62-72% ha subito minacce alla custodia dei figli.

Un Approccio Clinico Integrato

Per affrontare efficacemente la violenza di genere, è necessario un approccio clinico che sia informato sul trauma e che tenga conto delle specifiche esigenze delle vittime. Questo approccio dovrebbe includere:

  • Screening sistematico: Identificare precocemente i casi di VG durante le visite mediche.
  • Supporto psicologico: Offrire terapie individuali e di gruppo.
  • Collaborazione multidisciplinare: Coinvolgere professionisti di diverse discipline.

In conclusione, la violenza di genere è un problema complesso con gravi conseguenze sulla salute mentale. Un approccio multidisciplinare e basato sul trauma è essenziale per aiutare le vittime a ricostruire le loro vite.


Data la sua affiliazione con la New School for Social Research e la Trauma Research Foundation, la Dr.ssa Wendy D’Andrea è una ricercatrice e/o docente esperta nel campo del trauma, con il focus sulla comprensione dei meccanismi biologici e dei fattori di rischio associati al trauma relazionale e alla violenza.

Trauma Relazionale, Violenza e Biologia: Un Legame Indissolubile

Il trauma relazionale, spesso radicato nell’infanzia o nell’adolescenza, lascia profonde cicatrici non solo a livello psicologico ma anche biologico. La Dott.ssa Wendy D’Andrea e la Dott.ssa Elisa Monti, in un recente workshop, hanno approfondito come esperienze traumatiche possano influenzare il nostro corpo e il nostro comportamento, rendendoci più vulnerabili a future violenze o, in alcuni casi, predisponendoci a perpetrarle.

Circa il 50% delle persone subisce qualche forma di violenza durante la crescita, con conseguenze a lungo termine sulla salute mentale e fisica. Depressione, ansia, disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e difficoltà relazionali sono solo alcune delle possibili manifestazioni. Ma come si spiega questo legame tra trauma e conseguenze a lungo termine?

La Psicobiologia del Trauma

L’esposizione prolungata a situazioni traumatiche altera il nostro sistema nervoso, ormonale e immunitario. Questi cambiamenti, inizialmente utili per far fronte al pericolo, possono nel tempo compromettere la nostra capacità di regolare le emozioni, di relazionarci con gli altri e di far fronte allo stress. Ad esempio, un’attività parasimpatica ridotta, associata al rilassamento, può portare a ipervigilanza e difficoltà a concentrarsi.

La Voce come Indicatore di Vulnerabilità

Uno degli aspetti più affascinanti di questa ricerca è l’analisi della voce come possibile indicatore di vulnerabilità. Studi recenti suggeriscono che le caratteristiche vocali di una persona potrebbero rivelare una storia di traumi e renderla più suscettibile alla vittimizzazione.

In uno studio condotto dal gruppo di ricerca, è stato dimostrato che ascoltatori, soprattutto quelli con tratti psicopatici, erano più accurati nel riconoscere potenziali vittime sulla base di brevi campioni vocali. Questo dato sottolinea come la voce possa trasmettere segnali sottili che rivelano una vulnerabilità sottostante.

Prevenzione e Intervento

Comprendere i meccanismi biologici e comportamentali alla base del trauma relazionale è fondamentale per sviluppare interventi efficaci. La prevenzione precoce, focalizzata sul sostegno ai bambini e alle famiglie, è cruciale per interrompere il ciclo della violenza. Inoltre, interventi terapeutici specifici possono aiutare le persone a superare le conseguenze del trauma e a ricostruire una vita più sana.


La dott.ssa Elisa Monti ha un dottorato di ricerca in psicologia cognitiva, sociale e dello sviluppo presso la New School for Social Research. La sua specializzazione è la relazione tra trauma psicologico e voce. La sua missione è contribuire ad ampliare la nostra comprensione di questa relazione.

Per comprendere meglio come le esperienze traumatiche possano influenzare la percezione della vulnerabilità, è stato condotto uno studio coinvolgendo due gruppi di ascoltatori reclutati online. Entrambi i gruppi erano composti da uomini di almeno 18 anni (seguendo un metodo simile a quello utilizzato da Wheeler e colleghi nel 2009).

  • Gruppo 1 (N=105): Gli ascoltatori hanno ascoltato brevi discorsi spontanei riguardanti il loro viaggio per raggiungere il laboratorio.
  • Gruppo 2 (N=109): Gli ascoltatori hanno ascoltato una frase specifica, la seconda parte del “passaggio arcobaleno”: “L’arcobaleno è una divisione della luce bianca in molti colori belli”.

In entrambi i casi, gli ascoltatori dovevano valutare la vulnerabilità di 18 persone, di cui 9 avevano una storia di abusi sessuali o fisici e 9 erano un gruppo di controllo.

Risultati:

I risultati dello studio hanno mostrato che gli individui con tratti psicopatici più marcati e una storia personale di aggressività erano più accurati nell’identificare le potenziali vittime di violenza tra le registrazioni ascoltate.

Implicazioni:

Questi risultati suggeriscono che le esperienze personali e tratti di personalità specifici possono influenzare la nostra capacità di percepire segnali di vulnerabilità negli altri. Inoltre, confermano l’importanza di considerare il ruolo della violenza nella dinamica vittima-perpetratore.

Conclusioni:

Il trauma e la violenza lasciano segni profondi non solo a livello psicologico, ma anche a livello comportamentale, aumentando il rischio di ulteriori episodi di violenza. Per contrastare questa spirale, è fondamentale intervenire precocemente, promuovendo l’autoregolazione e il coinvolgimento attivo delle persone. La prevenzione, soprattutto nell’infanzia, è cruciale per evitare che il trauma lasci cicatrici indelebili. Il trauma relazionale è un problema complesso con profonde implicazioni biologiche e sociali. La ricerca in questo campo ci offre nuovi strumenti per comprendere le dinamiche della violenza e per sviluppare interventi più efficaci. È fondamentale continuare a investire nella ricerca e nella prevenzione per costruire società più sicure e inclusive.

L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia è profondamente grata a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del workshop internazionale “Traumi relazionali e relazioni violente”. Un ringraziamento speciale va a Spazio Europa e alla Questura di Roma per il loro sostegno. Grazie a tutti i partecipanti, ai volontari e alle tirocinanti in psicologia dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, questo evento ha rappresentato un importante momento di confronto e crescita professionale. Auspichiamo che i risultati di questo workshop contribuiranno a migliorare la comprensione e la prevenzione dei traumi relazionali e delle relazioni violente.

Riferimenti Bibliografici e Contenuti consigliati

Pubblicazioni dell’A.I.P.C.

Libri:

Lattanzi, M. (2003). Stalking, il lato oscuro delle relazioni interpersonali.

Lattanzi, M., & Calzone, T. (2013). Distacco, separazione, abbandono. AIPC Editore. (Disponibile in formato e-book e audiolibro)

Pubblicazioni/Ebook:

AA.VV. (2024). Sedie Bianche: Un’esperienza di formazione esperienziale. AIPC Editore. (in corso di pubblicazione, presentazione prevista per il 2025)

AIPC Editore. (2024). Sintesi Webinar AIPC “L’algoritmo della violenza”.

AIPC Editore. (2024). Sintesi conferenza AIPC 19 gennaio 2024. Le relazioni interpersonali: dalla genesi alla nemesi.

AIPC Editore. (2023). Webinar AIPC gratuito “La Scienza della Violenza: dall’anamnesi al trattamento”.

AA.VV. (2021). Dissociazione, memorie traumatiche e somatizzazione nel DBP (prima parte). AIPC EDITORE.

AA.VV. (2021). Dissociazione, memorie traumatiche e somatizzazione nel DBP (seconda parte). AIPC EDITORE.

AA.VV. (2021). I traumi infantili: parte seconda – trauma during childhood: second parte. AIPC EDITORE.

Collana di Scienze Psicologiche e Forensi:

La collana, diretta dal Dott. Massimo Lattanzi, include numerosi ebook pubblicati tra il 2021 e il 2024 su temi come il trauma relazionale, la violenza domestica, la psicopatia, la dipendenza dai social, le neuroscienze forensi e i delitti familiari.

Articoli:

Battaglia, S. et al. (2024). ‘Nip it in the bud’: Low-frequency rTMS of the prefrontal cortex disrupts threat memory consolidation in humans. Behaviour Research and Therapy.

Lattanzi, M., Calzone, T., & Staff AIPC. (2023). Stress e percezione di sicurezza.

Lattanzi, M., Calzone, T., & Staff AIPC. (2023). Mindfulness e aggressività reattiva (prima parte).

Lattanzi, M., Calzone, T., & Staff AIPC. (2023). Mindfulness e aggressività reattiva (seconda parte).

Periodici:

CriminalMente: Periodico bimestrale di scienze psicologiche e forensi, criminologia e sicurezza. Pubblicazione avviata nel 2007.

Ricerche:

Ricerca nazionale sullo Stalking (2002): In collaborazione con il Sindacato di Polizia COlSP, coordinata dal Dr. Massimo Lattanzi.

Ricerca sullo stalking in Facoltà dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza (2009)

“Famiglie senza Gabbia” (2016): Progetto di ricerca intervento finanziato dalla Regione Lazio, focalizzato sulla prevenzione e il trattamento delle relazioni violente.

“La VIOLENZA di genere che NON DEGENERA” (2018-2019): Progetto vincitore del Bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, Linea C – Programmi di trattamento degli uomini maltrattanti.

Studio multidisciplinare sulla disregolazione emotiva con interventi psicofisiologici e di pet therapy (2024-2025): In collaborazione con Hakuna Matata, con l’obiettivo di valutare l’efficacia della T.A.A. nella regolazione emotiva di giovani donne.

Coercition Related to Mental Health and Substance Use in the Context of Intimate Partner Violence: a Toolkit for Screening, Assessment, and Brief Counseling in Primary Care and Behavioral Health Settings, Carole Warshaw, MD and Erin Tinnon, MSW, LSW, Marzo 2018

MENTAL HEALTH TREATMENT IN THE CONTEXT OF INTIMATE PARTNER VIOLENCE WRSHAW & ZAPATA-ALMA, 2020 https://ncdvtmh.org/resource/mental-health-treatment-in-the-context-of-intimate-partner-violence/

ONLINE REPOSITORY OF IPV-SPECIFIC TRAUMA INTERVENTIONS https://ncdvtmh.org/toolkit/ncdvtmh-online-repository-of-trauma-focused-interventions-for-survivors-of-intimate-partner-violence/

Mental Health Coercion Palm Card For Practitioners Available In English, Spanish, French, Korean, Urdu, And Arabic (More Coming Soon- Schede Informative Sulla Coercizione Della Salute Mentale Disponibili In Inglese, Spagnolo, Francese, Koreano E Arabo (Altre Lingue Disponibili A Breve)

MENTAL HEALTH COERCION PALM CARD FOR ADVOCATES (MORE LANGUAGES COMING SOON) –

Tools for Transformation: Becoming Accessible, Culturally Responsive, and Trauma- Informed Organizations, An Organizational Reflection Toolkit, Creole Warshaw, MD, Erin Tinnon, MSW, LSW, and Cathy Cave, April 2018

Tools for Transformation: Becoming Accessible, Culturally Responsive, and Trauma- Informed Organizations, Implementations Support Guides for Domestic Violence ans Sexual Assault Programs – Guide 1, The Social, Emotional, and Relational Climate and Organizational Trauma, Cathy Cave – Gabriela A. Zapata, LCSW, CADC

Tools for Transformation: Becoming Accessible, Culturally Responsive, and Trauma- Informed Organizations, Implementations Support Guides for Domestic Violence ans Sexual Assault Programs – Guide 2. Supporting Change Leadership, Cathy Cave

Guide For Engaging & Supporting Parents Affected by Domestic Violence – Enhancing Parenting Capacity & Strengthening Parent-Child Bonds, Written by Susan Blumenfeld, MSW, LCSW, National Centre on Domestic Violence, Trauma & Mental Health

Dialogical Self Theory: Positioning and Counter-Positioning in a Globalizing Society, Agnieszka Hermans-Konopka, Hubert J. M. Hermans, 2006

Terapia dei sistemi familiari interni, di Richard C. Schwartz (Autore) , Martha Sweezy (Autore) , Matteo Selvini (Curatore) vedi tutti Raffaello Cortina Editore, 2023

Dialogical Self Theory: Positioning and Counter-Positioning in a Globalizing Society, Agnieszka Hermans-Konopka, Hubert J. M. Hermans, 2006

Terapia dei sistemi familiari interni, di Richard C. Schwartz (Autore) , Martha Sweezy (Autore) , Matteo Selvini (Curatore) vedi tutti Raffaello Cortina Editore, 2023.


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