Primo appuntamento della campagna “OGNI GIORNO TUTTI CONTRO LA VIOLENZA”, il 09 Novembre 2024 dalle ore 09:00 alle ore 11:00 i professionisti volontari dell’A.I.P.C. presso la Scuola Maria Ausiliatrice, hanno condotto due laboratori dedicati alla clinica e alle neuroscienze applicate alla violenza in genere. I laboratori rientrano nelle attività previste dal progetto di educazione civica dell’anno in corso (referente la docente Elia Cursaro). Ai laboratori hanno partecipato circa cinquanta studenti che hanno dimostrato interesse e partecipazione.
Gli interventi della Dott.ssa Tiziana Calzone, della Dott.ssa Martina Pericoli e del dott. Massimo Lattanzi sono iniziati con la presentazione dell’A.I.P.C., un ETS fondato a Roma nel 2001, un’equipe multidisciplinare di professionisti volontari. Attualmente lo staff è composto dalla Dott.ssa Tiziana Calzone, dall’avvocata Elia Cursaro, dalla dott.ssa Carmen Pellino, dal Dott. Massimo Lattanzi, Dott.ssa Ilaria Cosucci, Dott.ssa Giulia Marra, Dott.ssa Sara Pascucci, Dott.ssa Martina Pericoli, Dott.ssa Sabrina Sabra e la Dott.ssa Silvia Zanellato.
Da oltre vent’anni i professionisti volontari dell’A.I.P.C. svolgono attività di ascolto e orientamento dedicato a tutte le persone senza distinzione di genere, conducono colloqui individuali, di coppia e familiari, organizzano percorsi di formazione e supervisione per operatori delle forze dell’ordine e della salute mentale sul delicato tema delle relazioni disfunzionali e violente. I professionisti volontari dell’A.I.P.C. applicano, sia alle presunte vittime che ai presunti autori a piede libero o ristretti nelle case circondariali, il protocollo A.S.V.S. Il protocollo scientifico integrato strutturato dal 2011, forse unico sul panorama internazionale è sistematicamente applicato alla popolazione di persone che hanno vissuto (subito, agito e assistito) condotte violente, una rivoluzione “culturale” in termini di prevenzione e contrasto alla violenza, un nuovo punto di partenza. Il protocollo prevede colloqui clinici, una valutazione psicofisiologica, una psicodiagnostica specifica e un percorso integrante psico-traumatologia, mindfulness e terapia senso-motoria (AA.VV. AIPC 2022). La violenza, nelle sue varie forme, lascia cicatrici profonde che vanno ben oltre le ferite fisiche, spesso intaccando il benessere psicologico. È fondamentale, dunque, comprendere i meccanismi psicologici e fisiologici legati al trauma, così come il ruolo che il sistema nervoso gioca nell’elaborazione e gestione degli eventi traumatici.
25 novembre Workshop Internazionale “Trauma Relazionali e Relazioni Violente” che si terrà dalle ore 14:30 alle ore 17:30 presso la sala della Comunità Europea a Roma. La partecipazione è gratuita, i posti sono limitati l’iscrizione è obbligatoria e sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. È possibile iscriversi compilando il form presente sul sito: www.workshoptraumarelazionalerelazioniviolente.it
Il trauma relazionale: comprendere le sue origini e le sue conseguenze
Gli eventi traumatizzanti non si riferiscono solo ai casi di violenza fisica o sessuale ma anche gli episodi di trascuratezza genitoriale, violenza psicologica sperimentata e assistita così come lutti ed eventi catastrofici. Il trauma relazionale, nello specifico, è definito come l’incapacità di integrare gli effetti di un evento traumatico all’interno della propria esperienza. Questo tipo di trauma non è sempre immediatamente visibile e può rimanere nascosto a livello conscio, manifestandosi attraverso comportamenti disfunzionali o modalità di relazione patologiche. Il trauma può essere di natura prenatale, perinatale o postnatale, influenzando profondamente lo sviluppo del bambino e la sua capacità di relazionarsi con gli altri. Quando parliamo di trauma relazionale, ci riferiamo a una condizione complessa che può derivare da vari fattori: traumi diretti, dove una persona subisce un abuso o una violenza, traumi indiretti, in cui la persona percepisce eventi traumatici, o traumi epigenetici, dove l’esperienza traumatica lascia un’impronta nel DNA: l’epigenetica, difatti, si occupa dei meccanismi che regolano l’espressione genica, evidenziando come l’ambiente e le esperienze di vita possano modificare l’attività dei geni senza alterare la sequenza del DNA. Ciò implica che gli effetti del trauma possano essere “incisi” nel nostro genoma e trasmessi alle generazioni future. Studi hanno dimostrato che le modifiche epigenetiche possono essere ereditate, suggerendo che esperienze di vita stressanti o traumatiche possano avere un impatto duraturo sui discendenti (AA.VV AIPC 2024)
Questi eventi si manifestano non solo a livello emozionale, ma anche sul piano fisico e neurologico. Infatti, il trauma relazionale può alterare i circuiti neurali coinvolti nella regolazione delle emozioni e dello stress, provocando cambiamenti a lungo termine nelle capacità di gestione del dolore emotivo.
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Le neuroscienze e i traumi: il ruolo del sistema nervoso
Il cervello umano è un organo altamente plastico, capace di adattarsi e riorganizzarsi in risposta alle esperienze vissute. Quando una persona vive un trauma, il sistema nervoso centrale (SNC), che include il tronco encefalico, il sistema limbico e la neocorteccia, subisce modifiche. Questi cambiamenti influenzano la generazione e la regolazione delle emozioni, causando disfunzioni emotive e comportamentali. Inoltre, il sistema nervoso periferico (SNP) gioca un ruolo cruciale, in quanto regola il funzionamento degli organi interni e il nostro equilibrio psicologico tramite il sistema nervoso autonomo, diviso in due rami principali: il simpatico e il parasimpatico. Il primo è responsabile della risposta di attivazione, mentre il secondo è implicato nel rilassamento e nel recupero. Il trauma relazionale comporta, quindi, modificazioni non solo a livello emotivo ma anche corporeo e cognitivo. Tra i segnali più evidenti vi sono movimenti incontrollabili del corpo, come il congelamento o la dissociazione, emozioni intense come paura, rabbia, vergogna e ingiustizia, e pensieri ricorrenti che ruotano attorno a temi di morte, pericolo e sottomissione: questi effetti sono il risultato di una disfunzione nella regolazione del sistema nervoso autonomo, che porta a una risposta esagerata agli stimoli esterni.
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Il modello della sottomissione nel trauma relazionale
Una delle dinamiche più comuni nei traumi relazionali è la costruzione di schemi di sottomissione, nei quali l’individuo, per evitare il conflitto e la rabbia, reprime i propri desideri e emozioni: questo comportamento spesso emerge in un contesto familiare in cui le emozioni vengono punite o ignorate, creando un ambiente di incuria affettiva. La persona che vive in tale condizione tende a sacrificare il proprio benessere emotivo, reprimendo ogni segno di disagio per evitare l’abbandono o la colpa, e a vivere nella costante paura di essere giudicata o trascurata. Questi traumi sono particolarmente rilevanti quando si tratta di relazioni familiari, dove la disfunzione o l’abuso emotivo e fisico possono lasciare segni duraturi nelle persone coinvolte, creando un circolo vizioso di sofferenza e comportamenti disfunzionali. Le statistiche mostrano che circa il 70% dei traumi sono legati all’infanzia, con effetti che si ripercuotono su tutta la vita della persona. I traumi possono derivare da eventi ed episodi esterni circoscritti, o da una lunga serie di eventi traumatici ripetuti nel tempo: nel primo caso si parla di traumi circoscritti, nel secondo caso invece si parla di traumi multipli prolungati nel tempo. (AA.VV. AIPC 2024). Ma quali sono gli aspetti che più di tutti caratterizzano questi traumi infantili? Possiamo individuare meccanismi come il panico e la paura, l’irritabilità, l’ipervigilanza, l’iperattività, l’evitamento di molte situazioni e di svariati contesti, la regressione dal punto di vista evolutivo, l’insonnia e la soppressione del pensiero. (AA.VV. AIPC, 2021)
Un altro dato preoccupante è che circa il’90% dei soggetti incontrano delle difficoltà nei processi di autoregolazione, portano quindi allo sviluppo di comportamenti a rischio quali dipendenze, basso livello di coscienziosità e aumento della suggestionabilità. Il protocollo A.S.V.S. brevettato dall’AIPC, evidenzia che circa l’80% dei soggetti analizzati, senza distinzione di genere e ruoli, presenta vari livelli di disregolazione emotiva. Il profilo psicofisiologico tracciato con il biofeedback permette di valutare quanto i soggetti siano disregolati e quindi fuori dalla finestra di tolleranza, vivono una iper attivazione o una ipo attivazione, in queste condizioni le persone possono essere più inclini alla ri-sperimentazione del trauma e a scegliere partner traumatizzanti e traumatizzati. Le esperienze traumatiche all’interno del nucleo familiare, come l’assenza di un genitore, l’abuso o il controllo eccessivo, possono produrre a una profonda disregolazione emotiva. Le persone che vivono queste situazioni sono a maggior rischio di sviluppare disturbi psicologici e comportamentali, come disturbi alimentari, disturbi della personalità, dipendenze e carenze nel controllo degli impulsi. Il trauma relazionale può anche contribuire a strutturare relazioni disfunzionali, la persona traumatizzata finisce per ripetere i modelli comportamentali e relazionali che ha vissuto da bambina o bambino. Il vissuto particolarmente ricorrente è quello dell’ingiustizia. Per lenire il dolore, una percentuale statisticamente significativa delle persone traumatizzate sviluppa varie forme di dipendenza.
25 novembre Workshop Internazionale “Trauma Relazionali e Relazioni Violente” che si terrà dalle ore 14:30 alle ore 17:30 presso la sala della Comunità Europea a Roma. La partecipazione è gratuita, i posti sono limitati l’iscrizione è obbligatoria e sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. È possibile iscriversi compilando il form presente sul sito: www.workshoptraumarelazionalerelazioniviolente.it
Il caso di M
“M è cresciuto in una casa dove i suoi genitori, entrambi vittime di traumi nella loro infanzia, non riuscivano a esprimere le proprie emozioni e a costruire un legame sano con i figli. In quella casa l’ansia era latente, e si manifestava attraverso esplosioni inattese di rabbia o un silenzio opprimente. Da bambino, M imparò quindi a reprimere i propri bisogni e sentimenti temendo, di scatenare reazioni negative: il trauma familiare lo portò a sviluppare un senso di sfiducia profonda nei confronti degli altri e difficoltà a costruire relazioni significative. Anche da adulto, M continuava a portare con sé le ferite del passato: soffriva di ansia e attacchi di panico, aveva difficoltà a mantenere un lavoro stabile e le sue relazioni amorose erano spesso turbolente caratterizzate da paura dell’abbandono e difficoltà a esprimere i propri bisogni. Finalmente, attraverso un percorso di psicoterapia, M riuscì a comprendere come le esperienze traumatiche della sua infanzia avessero plasmato la sua personalità e il suo modo di relazionarsi con il mondo. M imparò a riconoscere e gestire le emozioni che aveva represso per anni e cominciò a costruire relazioni più sane e autentiche basate sulla fiducia e sulla comunicazione aperta”
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Le Neuroscienze Affettive e la Misurazione del Trauma
Le neuroscienze affettive è la branca delle neuroscienze che studia come il sistema nervoso centrale e periferico influenzino la generazione e la regolazione delle emozioni. Per valutare la regolazione delle emozioni e dello stress è possibile utilizzare il biofeedback, uno strumento non invasivo che misura le risposte fisiologiche del corpo. Le ricerche basate su evidenze scientifiche hanno dimostrato come lo stress prolungato possa alterare la risposta emotiva di una persona. Il trauma influenza i sistemi di analisi dell’informazione che a loro volta controllano il funzionamento biologico dell’individuo, dalle funzioni vegetative fino al ciclo riproduttivo (AA.VV. AIPC, 2024). L’alterazione cronica dello stress ha un forte impatto sul funzionamento cerebrale, compromettendo le capacità cognitive ed emotive di un individuo. Lo stress cronico, infatti, può alterare strutture cerebrali cruciali per la regolazione delle emozioni, rendendo difficile per la persona gestire efficacemente le proprie reazioni. Ad esempio l’ansia, la paura e la rabbia.
Nello specifico il biofeedback misura le seguenti frequenze:
- HIGH FREQUENCY – associate principalmente del SNA Parasimpatico
- LF LOW FREQUENCY – associate principalmente del SNA Simpatico
- VLF VERY LOW FREQUENCY – dal punto di vista psicologico, sono associate a preoccupazioni
- HF, LV, VLF → le frequenze vengono misurate tramite un ECG e analizzate con software specifici
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Il secondo appuntamento della campagna “OGNI GIORNO TUTTI CONTRO LA VIOLENZA” si terrà il 14 novembre 2024 è sarà l’incontro del IV° ciclo di aggiornamento professionale sulla Violenza organizzato in collaborazione con la Questura di Roma dedicato a 10 operatori della Polizia di Stato.
Bibliografia
Rielaborazione Epigenetica del Trauma e della Violenza, AIPC Editore, Roma, Ottobre 2024: https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2024/10/28/rielaborazione-epigenetica-del-trauma-e-della-violenza/
Le lesioni cerebrali traumatiche innescano la riorganizzazione della rete neurale, AIPC Editore, Roma, Febbraio, 2024. https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2024/02/27/le-lesioni-cerebrali-traumatiche-innescano-la-riorganizzazione-della-rete-neurale/
Trauma e Dissociazione alla luce della teoria dell’attaccamento (prima parte). AIPC Editore, Roma, Settembre 2024. https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2024/09/13/trauma-e-dissociazione-alla-luce-della-teoria-dellattaccamento-prima-parte/
La dissociazione conseguente ad un trauma, AIPC Editore, Roma, Settembre 2024: https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2024/09/11/la-dissociazione-conseguente-ad-un-trauma/
I traumi infantili: parte prima – trauma during childhood: first part, AIPC Editore, Roma, Maggio 2021. https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2021/05/21/i-traumi-infantili-parte-prima-trauma-during-childhood-first-part/
Sintesi Webinar “Delitti familiari” IIS – Braschi-Quarenghi, AIPC Editore, Roma, Gennaio 2022 https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2022/01/17/1299/
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