Trauma e Dissociazione alla luce della teoria dell’attaccamento (seconda parte).

Violenza e Trauma

Il trauma psicologico gioca un ruolo cruciale nello sviluppo della dissociazione. Tuttavia, non tutti coloro che subiscono traumi sviluppano un disturbo dissociativo, e non tutti coloro che soffrono di dissociazione riportano esperienze traumatiche. Questo sottolinea la complessità del legame tra trauma e dissociazione. Il trauma può interrompere la capacità della mente di integrare ricordi e esperienze, portando a dissociazione. Ad esempio, le esperienze traumatiche ripetute, soprattutto in età infantile, possono frammentare la percezione di sé e la capacità di integrare le emozioni e i ricordi legati al trauma.

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Teoria dell’Attaccamento e Dissociazione.

La disorganizzazione dell’attaccamento è un elemento cruciale nello sviluppo di dissociazioni più gravi. Quando il bambino è esposto a un caregiver che esprime paura o disorientamento dovuti a traumi non elaborati, si sviluppano comportamenti contraddittori e incoerenti. Questo tipo di attaccamento disorganizzato può portare a stati dissociativi, poiché il bambino non riesce a integrare le diverse rappresentazioni di sé e dell’altro. Le rappresentazioni frammentate e non integrabili di sé oscillano tra i ruoli di vittima, salvatore e persecutore. La dissociazione della coscienza e dell’identità che consegue alla disorganizzazione dell’attaccamento è coordinata all’attivazione della disposizione innata all’attaccamento, attivazione che a sua volta è conseguenza, dalla culla alla tomba, di tutti gli eventi che ci inducono a cercare aiuto e conforto nelle persone amate: traumi, troppo protratta solitudine, umiliazioni, dolori di qualunque origine, improvvisa percezione della nostra vulnerabilità. Se in un qualsiasi momento, per l’assenza di condizioni attivanti la motivazione all’attaccamento, sono operanti, invece dell’attaccamento, altri sistemi motivazionali a base innata che pure possono regolare l’interazione sociale, allora la dissociazione della coscienza (essendo coordinata alla disorganizzazione dell’attaccamento) in quel momento non si produce, ed i processi organizzativi, che offrono l’autocoscienza come loro frutto, possono procedere indisturbati anche in persone che abbiano un M.O.I. da attaccamento disorganizzato.

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Così, quando il paziente con un disturbo borderline di personalità – dove memorie traumatiche sono residue di un’esperienza terrificante e insostenibile che il soggetto non è riuscito ad integrare come parte del suo vissuto a causa di una dissociazione strutturale e funzionale alla sopravvivenza di uno stato del sé già fragile, (AA.VV ,2021), o con un disturbo dissociativo, è impegnato in una interazione agonistica, o in una interazione sessuale, o in una interazione cooperativa, o è impegnato ad accudire qualcun altro, in quei momenti non presenterà sintomi dissociativi della coscienza e dell’identità. Nella relazione terapeutica, o in altre relazioni interpersonali, il paziente apparirà, in quei momenti, ben orientato (anche se magari in preda a collera violenta, o impegnato in una sessualità promiscua e pericolosa) e dotato di una memoria di sé continua anche se limitata. Ma, non appena si attiva il sistema dell’attaccamento – ed è inevitabile che si attivi frequentemente, visto il pericolo o le dolorose umiliazioni a cui sessualità promiscua e aggressività competitiva espongono, e vista la fatica che comporta l’oblatività coatta, allora la discontinuità della coscienza farà il suo ingresso sulla scena della relazione interpersonale. Il paziente sperimenterà confusione, disorientamento, amnesie lacunari, restringimento, ad esempio, ipnoide della coscienza, depersonalizzazione ed eventualmente i segni minacciosi all’emergere di un altro stato di personalità, mentre il suo interlocutore, se lo conosce bene, potrà notare una notevole discontinuità della condotta, dei gusti e degli atteggiamenti, fino all’estremo di dover riconoscere l’emergere di una “altra personalità”. E sempre – sostiene il modello dei disturbi dissociativi e borderline basato sulla disorganizzazione dell’attaccamento – al fondo di queste transizioni da uno stato di personalità ad un altro discontinuo, o di queste alterazioni della coscienza, si potrà rintracciare la dinamica del triangolo rappresentativo drammatico nella relazione di attaccamento in corso oppure nella relazione di attaccamento che il paziente in solitudine dolente immagina, rievoca, cerca e teme. Se questo modello della dissociazione della coscienza si potrà dimostrare corretto, se reggerà alle prove empiriche che la teoria dell’attaccamento permette di congetturare ed eseguire, allora sarà possibile chiarire fin nei dettagli l’assunto da molti sostenuto: i processi associativi che, a partire da un qualsivoglia numero e tipo di subunità, conducono alla sintesi del senso unitario di sé ed alla coscienza, dipendono non solo dall’esistenza della relazione interpersonale, ma anche dalla qualità di essa.

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Dissociazione e Violenza

La dissociazione può essere vista come una risposta estrema a situazioni di violenza e abuso, in cui la mente tenta di proteggersi dalla piena consapevolezza del trauma. Nelle relazioni di attaccamento disorganizzato, il bambino può vivere in uno stato di paura e confusione costante, sviluppando meccanismi dissociativi che lo allontanano dalla realtà dolorosa. L’innesco è spesso interiore e la vulnerabilità al ricordo traumatico, anche quando inconscio, causa nell’individuo lo sviluppo di una ridotta consapevolezza che lo intrappola in quella zona di errore e terrore che è il ricordo traumatico stesso (AA.VV. 2021).

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Conclusioni

L’articolo suggerisce che il trauma, specialmente quello legato a violenze subite durante l’infanzia, è un fattore chiave nello sviluppo dei disturbi dissociativi. La teoria dell’attaccamento offre un quadro per comprendere come la mancanza di un sostegno emotivo adeguato dopo un trauma possa portare alla dissociazione.

Bibliografia

Giovanni Liotti “Trauma e Dissociazione alla luce della teoria dell’attaccamento”, 2005 https://www.atquerivista.it/wp/wp-content/uploads/pdf/atque_20-21_6.pdf

AA.VV, Dissociazione, memorie traumatiche e somatizzazione nel DBP (prima parte), AIPC EDITORE, 2021. https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2021/07/23/dissociazione-memorie-traumatiche-e-somatizzazione-nel-dbp-prima-parte-dissociation-traumatic-memories-and-somatization-in-bpd-first-part/

AA.VV, Dissociazione, memorie traumatiche e somatizzazione nel DBP (seconda parte), AIPC EDITORE, 2021. https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2021/07/30/dissociazione-memorie-traumatiche-e-somatizzazione-nel-dbp-seconda-parte-dissociation-traumatic-memories-and-somatization-in-bpd-second-part/

AA.VV, I traumi infantili: parte seconda – trauma during childhood: second parte, AIPC EDITORE, 2021. https://www.traumaeviolenza.it/2021/05/25/i-traumi-infantili-parte-seconda-trauma-during-childhood-second-part-2/

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