Il 16 maggio, presso la sala conferenze dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (A.I.P.C.), si è svolto il settimo incontro del III ciclo di aggiornamento professionale sulla violenza. Questo evento è stato organizzato in collaborazione con la Questura di Roma e ha visto la partecipazione di dieci operatori esperti del “Codice Rosso”.
La fiducia che si è consolidata nel gruppo ha permesso ai partecipanti di condividere e sperimentare alcuni vissuti generati dai casi di violenza che trattano quotidianamente. Nell’incontro, sono stati analizzati sia le positività che le difficoltà.
Il Dottor Massimo Lattanzi, Psicologo Psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, ha ribadito l’importanza dell’utilizzo di strumenti di lavoro e misurazioni scientifiche per dare maggiore oggettività al caso ed evitare l’attivarsi di dinamiche soggettive.
Proprio per questo, utilizzare canali multidisciplinari e multilivello può essere fondamentale per la raccolta delle informazioni e indirizzare il caso in maniera più fedele possibile alla realtà dei fatti.
Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C.
Lo sportello di ascolto ed orientamento dell’A.I.P.C. sulla violenza è dedicato a tutte le persone senza distinzione di genere e di ruolo ricoperto (vittime, autori e familiari) e propone a richiesta e con il versamento di un contributo spese, una valutazione psicodiagnostica e psicofisiologica e training individuali, di coppia, di gruppo e familiari. Per chi si occupa o intende occuparsi di violenza con strumenti scientifici l’A.I.P.C. propone, con il versamento di un contributo spese, in presenza o a distanza, una formazione specialistica e una supervisione sia individuale che di gruppo.
Il numero unico A.I.P.C. è il 3924401930 attivo tutti i giorni comprese le festività natalizie dalle ore 12:00 alle ore 16:00 e la e-mail è aipcitalia@gmail.com.
I partecipanti accompagnati dal conduttore hanno condiviso vissuti profondi, combinando alle competenze professionali l’introspezione. In merito alla cooperazione multidisciplinare, gli operatori risultano soddisfatti e contenti poiché la rete funziona soprattutto grazie alla componente “umana”: ognuno, con la propria missione, si muove verso la direzione giusta sia per la prevenzione che per l’intervento.
Nello spazio finale i partecipanti hanno apprezzato l’attivazione di una rete collaborativa per funzionare sia come persone che come operatori, sottolineando l’originalità della comunicazione all’interno di un gruppo.
L’auspicio condiviso dagli stessi operatori è che un gruppo teorico esperienziale, come quello condotto dall’A.I.P.C., dovrebbe essere uno spazio “continuo” per preservare il benessere personale e professionale.
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